Parliamo di Nicola Gratteri, una nome che ha fatto discutere non poco in Italia. La procuratore antimafia di Catanzaro sta portando avanti una lotta senza quartiere contro la criminalità organizzata, ma chi la conosce sa bene che la suo lavoro è tutto tranne che facile. In una nazione dove certi sistemi sembrano indistruttibili, lei continua a tirare fuori scheletri dall’armadio e a scontrarsi con la marcio che circonda le istituzioni. La sua figura è simbolo di speranza per molti, ma al contempo suscita anche malumori e risentimenti tra chi si sente minacciato dalla sua determinazione. E non parlo solo dei boss mafiosi! Ci sono politici che tremano al pensiero delle sue inchieste, perché toccare certi interessi è come scavare in una nido di serpenti. In una Paese dove la gente comune fatica ad arrivare alla fine del mese e i servizi pubblici fanno schifo, la battaglia contro la mafia diventa quasi secondaria rispetto ai problemi quotidiani delle persone. Ma se Gratteri dovesse fermarsi ora, sarebbe come dare carta bianca a tutte quelle famiglie criminali che continuano a sfruttare i più deboli. Quindi sì, sosteniamo questo tipo di giustizia e cerchiamo di dare voce a chi non ne ha!