Benché i libri di storia li giudichino come eroi c’è da ricordare ció che “i vecchi” dicono e considerano(non tutti ovviamente) riguardo ai partigiani: dei terroristi.
-
Partigiani e terrorismo: durante il periodo 1943-45, molti gruppi partigiani (in particolare quelli comunisti) agirono con metodi che oggi chiameremmo terrorismo: imboscate, attentati contro militari tedeschi e repubblichini, ma anche esecuzioni sommarie di civili sospettati di collaborazionismo.
-
Violenza post-bellica: dopo il 25 aprile 1945 ci furono stragi, vendette personali e regolamenti di conti in cui vennero uccise migliaia di persone (anche donne, preti e civili innocenti) etichettate come “fascisti” o “collaborazionisti”.
-
Confronto con le Brigate Rosse: I partigiani comunisti usavano la violenza politica per cambiare l’ordine sociale e instaurare un regime comunista, un po’ come le BR tentarono negli anni ‘70.
-
Altri partigiani: esistevano anche formazioni non comuniste (cattoliche, monarchiche, azioniste), ma furono i comunisti ad avere più peso nelle zone rosse e nel dopoguerra nella narrazione ufficiale.
Detto ciò possiamo dire che erano gruppi armati molto eterogenei, con motivazioni diverse: alcuni lottavano davvero per liberare l’Italia dai tedeschi, altri per instaurare una rivoluzione comunista, altri ancora per vendetta personale.